Interesante invece.
Non ho l'unica cosa che serve, cioè le misure di ingombro dei vari tipi di carrelli in uso.
Provo però a fare qualche considerazione qualitativa.
1) parliamo di vetture tradizionali dove tutto il pavimento deve stare più in alto dei carrelli
2) pensiamo a soluzioni fantasionse tipo tram ribassato dove i carrelli tra una vettura e l'altra stanno sotto l'intercomunicante e quest'ultimo si riduce ad uno stretto corridoio che può essere più basso delle ruote e degli stessi assili (che vengono eliminati). Alle estremità ci possono essere sbalzi molto corti sorpa e oltre i carrelli, e lo spazio può essere occupato tutto dalla cabina di guida e dalle apparecchiature.
Nel primo caso l'altezza del pavimento dal piano del ferro deve essere pari ad almeno quella del diametro delle ruote, più quella dell'escursione delle sospensioni (primaria e secondaria), più lo spessore stesso del pavimento.
L'unico modo per abbassare il pavimento, dopo avere disposto gli organi vari del carrello ad altezza non superiore a quella delle ruote, è quello da fare ruote piccole.
I carri merce a pianale ribassato (non i carri tasca) hanno ruote molto piccole, ma questo impone limiti di velocità stringenti, specie sulle deviate, e peggiora confort, usura e rumore.
E' una strada che oltre un certo limite non paga.
La soluzione 2, con qualche compromesso nell'uso degli spazi interni, può dare più risultati, e infatti è molto applicata in campo tranviario, anche se la limatura al centimetro degli spazi unita all'eliminazione del carrello tradizionale porta normalmente a realizzazioni dinamicamente peggiori di quelle a pianale alto (personalmente preferisco infatti il parzialmente ribassato).
La domanda vera però diventa: a cosa serve fare treni con pianale molto basso?
E' comprensibile per una rete tranviaria urbana dove i marciapiedi alle fermate è opportuno che siano della stessa altezza dei normali marciapiedi (15-20cm) o poco più alti (al massimo 35cm).
Negli impianti ferroviari questo problema quasi non c'è e mi sentirei di dire che non vale proprio la pena crearsi problemi costruttivi e di gestione sul materiale rotabile, quando è molto più ed econimico facile alzare i marciapiedi, anche se qualche situaizione può essere un po' complicata (ma anche per scarsa fantasia di progetto).
Dirò di più, i marciapiedi alti italiani sono a 55 cm sul piano del ferro (almeno questa misura me la rcordo
).
Questo rende le nostre stazioni poco compatibili con lo standard europeo (e comunque diverse).
Ma perchè non si va oltre i 55 cm? Perchè altrimenti i marciapiedi si troverebbero più in alto del pavimento delle "Piano Ribassato" che circolano ancora numerosissime. In questo caso una soluzione (le PR) semplice, efficace, quasi geniale anche se un po' datata, si è rivelata nel tempo (quando anche in Italia si è finalmente deciso di alzare i marciapiedi) un limite ed una difficoltà in più.
A dire il vero una soluzione ci sarebbe stata. Bastava iniziare per regioni o per aree omogenee ad alzare i marciapidi, ridistribuendo il materiale a livello nazionale spostando le PR dove i marciapiedi rimanevano bassi. Considerando l'età media delle PR, queste sarebbero state radiate tutte prima di completare definitivamente l'innalzamento dei marciapiedi.
Ne avremmo ricavato una standardizzazione maggiore, utile ad aprire il mercato del materiale rotabile e a ricavare il massimo (incarrozzamento a raso) da qualunque tipo di carrozza.
Non so se ho risposto (a parte le misure tecniche che non ho sottomano) o se ho aggiunto nuove domande...
Comunque sia, stante l'attuale standard italiano, non si deve scendere sotto i 55 cm. E' quindi questo il limite più stringente, a mio avviso, e non è sui carrelli e sui telai!